Oggi COMPOSURE intervista Elisabetta, una ragazza che qualche anno fa ha deciso di cambiare drasticamente la propria vita trasferendosi a Londra, innamorandosene e facendoci anche un figlio. Alla luce degli ultimi eventi, Elisabetta ci racconta come si vive e si convive con la paura in una delle città europee nel mirino di efferati e continui attentati terroristici.
Da quanto vivi a Londra?
«Sono arrivata a Londra per la prima volta nel 2011 quando ho partecipato al progetto Erasmus con la mia università. Mi sono innamorata immediatamente della città, delle persone e dell’atmosfera e ho deciso di trasferirmi definitivamente nel giugno del 2012».
Si vive bene a Londra?
«Londra o la ami o la odi. Non è una città per tutti ma sicuramente é la città giusta per me. É la mia città e l’ho capito dal momento che sono atterrata a Heathrow nel 2011. Io qui vivo molto bene, ho tutto quello che mi serve per sentirmi a mio agio e sono soddisfatta della mia vita, nonostante varie difficoltà incontrate durante il mio percorso».
Perché tanti italiani scelgono proprio Londra?
«Credo che tanti siano qui per imparare la lingua, altri per la questione del lavoro, che purtroppo scarseggia in Italia. Ci sono ragazzi che vengono a Londra perché amano la libertà mentale ed espressiva che questa città offre, altri invece seguono la massa credendo di trovare una vita facile e purtroppo rimangono delusi dal fatto di dover lottare per conquistare ciò che desideri».
Quand’è stata la prima volta che hai avuto paura?
«Durante le rivolte che avevano colpito la città nell’estate del 2011 quando un giovane, Mark Duggan, è stato ucciso da un poliziotto e si è scatenato l’inferno in giro per la città. Negozi distrutti, macchine bruciate, il caos più totale. Siamo stati evacuati dal posto di lavoro e ricordo che tornando a casa, al tempo vivevo a King’s Cross, sono rimasta scioccata dal numero di poliziotto presenti nella zona. Le forze dell’ordine qui in UK sono eccezionali e ti fanno sentire al sicuro. Il fatto di vedere la loro presenza in giro per la città mi rassicura moltissimo».
Proprio ieri a Torino la paura ha fatto gravi danni. Quanto il terrorismo psicologico ha effetto sulla massa?
«Sono scioccata da quello che è successo e soprattutto dalla mala organizzazione dell’evento. Mi spiace tremendamente per le persone coinvolte e per il piccolo in coma farmacologico.
Credo che il terrorismo psicologico prodotto dai mass media e la mala informazione al momento sia una delle cause principali che porta l’uomo al razzismo. La massa è succube degli eventi che si stanno verificando e basta un falso allarme per creare il panico. Il solo scoppio di un petardo in un luogo affollato potrebbe portare al caos».
Quante volte al giorno ti capita di pensare al terrorismo?
«Detto sinceramente mai. Penso al terrorismo solo quando succedono cose del genere e cresce dentro di me un sentimento di frustrazione e poca comprensione per questi atti di atrocità gratuita. Il terrorismo non ha religione. Ogni forma di violenza è da condannare punto e basta, senza pensare alla razza, al colore della pelle, alla religione e alle motivazioni che stanno dietro a queste azioni».
Cos’è successo esattamente ieri?
«Ieri sera un furgoncino si è scagliato contro dei pedoni sul London Bridge arrivando fino alla zona del Borough Market, uno dei mercati più conosciuti di Londra. Dal furgone sono uscite tre persone armate di coltelli che hanno aggredito i passanti prima di essere uccisi dalla polizia. Il numero delle fatalità è salito a 7 persone mentre i feriti sono 48. Questi sono i fatti raccontati dalle TV britanniche».
Tu abiti proprio a Barking. Cosa sta succedendo stamattina?
«A Barking stamani è scoppiato il caos in quanto c’é stato un raid della polizia in un appartamento che sembra essere stato di proprietà di uno degli attentatori. 12 persone sono state arrestate e l’evento è stato trasmesso live da alcuni canali di news. Al momento la situazione sembra tranquilla ma stamattina si è percepita la tensione. Sapere che le persone che hanno commesso questo attentato ieri sera vivevano nella mia zona mi rattrista. Magari li ho visti più di una volta e ci ho anche parlato. Una sensazione che non si può spiegare.».
Hai paura ad uscire di casa oggi?
«Non è la paura che mi ferma dall’uscire di casa oggi, ma la cautela. Ci sono molti controlli della polizia al momento e non ritengo adeguato addentarmi in zone affollate proprio oggi. Da domani la vita continua senza dimenticare ciò che è successo e le vittime dell’accaduto.
Come ben saprete Londra non si fa abbattere. In fin dei conti il motto dei londinesi è questo: tutti i terroristi sono avvisati che questa è Londra e che qualunque cosa voi ci farete, noi continueremo a bere the con il buonumore».
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Bellissimo articolo. Mi sento molto in sintonia con Elisabetta capisco il suo amore per Londra. È la stessa sensazione che ho provato io quando anni fa ho vissuto in questa grande metropoli per un anno intero. Ho studiato, lavorato e mi sono divertita tantissimo. Purtroppo oggi non si vive la stessa atmosfera di un tempo. Notte
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