IL PUNTO DI G

Il tuo uomo se l’è data a gambe? Forse non sapevi che fosse un “evitante”

Ti spiego perché gli uomini scappano.
Esiste una categoria di uomini che fugge a gambe levate dalle relazioni importanti.

Quando si innamorano, invece di restare e viversi la relazione, preferiscono scappare

Ai giorni nostri tanti uomini soffrono del cosiddetto “attaccamento evitante”.
Sono persone non consapevoli delle loro paure inconsce e sono proprio queste ultime ad indurli a dubitare del loro coinvolgimento nella relazione quando questa comincia a prendere una piega importante

Queste paure si manifestano con senso di malessere, noia e oppressione.

angry-woman-shouting-at-manGli evitanti (li chiamerò così), all’interno della relazione, vivono un eterno conflitto tra la paura di essere abbandonati e quella di perdere la propria libertà. Questo impedisce loro di lasciarsi andare ai sentimenti.
Sembra strano a dirsi ma sotto la “scorza” di sicurezza che si costruiscono, nascondono una profonda sensibilità e altrettanta fragilità. Riescono a sentire in modo amplificato qualsiasi segno di disinteresse, anche minimo, da parte del partner, vivono con la convinzione che ogni rapporto abbia una fine e di conseguenza si aspettano un tradimento o un addio.
E quale miglior modo per esorcizzare queste paure?
Facile! Provocano loro stessi il tanto temuto abbandono.

Lasciano la partner prima di venire lasciati

convinti che col tempo sarebbe comunque finita e di conseguenza «meglio soffrire meno adesso, che troppo in seguito».
Più forte è l’amore che provano e più fanno fatica a gestire le emozioni.
Per questo motivo, gli evitanti preferiscono vivere relazioni clandestine o infilarsi in storie dove i sentimenti mancano di intensità, così che possano permettersi di non sentirsi vulnerabili (come “amore” richiederebbe).
Si difendono dall’ansia che le relazioni importanti provocano in loro, fuggendo.
Vanno oppure restano, in maniera discontinua. Una serie di fughe e ritorni che mandano la partner in totale confusione.

L’unica inconsapevole prerogativa di questo “tipo d’uomo” è quella di mantenere una distanza di sicurezza dai rapporti “importanti”.
Altri meccanismi di difesa sono il tradimento, il flirtare con altre donne, come anche il causare continui litigi all’interno della coppia, oppure svalutare la partner con critiche di qualsiasi genere, per renderla meno importante ai loro occhi.

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Gli uomini con attaccamento evitante troveranno sempre una scusa per sabotare il rapporto.

Gli sforzi e le convinzioni della partner di poterlo aiutare a superare le paure standogli accanto e dimostrandogli tutto il loro amore, risulteranno purtroppo vani. Anzi, otterranno l’effetto contrario.

 Trarremmo di più da questo “tipo di uomo” ponendo loro dei limiti, tenendoli sulla corda, ma molto difficilmente riusciremmo ad ottenere un rapporto pieno ed appagante.

Non riconosceranno mai di avere un problema. Lo rimanderanno sempre alla partner, giustificandosi con «non è MAI quella giusta».

Li troveremo quindi a vagare da una relazione all’altra in cerca dell’anima gemella, non realizzando, purtroppo, che sarà sempre una ricerca vana e deludente.

Ma da cosa dipende questa paura profonda nelle relazioni?
Il modo in cui noi amiamo e percepiamo gli altri è strettamente correlato al rapporto che abbiamo avuto con la nostra figura di accudimento nei primi anni di vita. Se la relazione con questa persona (principalmente la mamma) è stata “buona”, noi avremo sviluppato una capacità di relazione con gli altri positiva e soddisfacente. Al contrario, se il bisogno di amore e sicurezza è stato poco o mai soddisfatto, riscontreremo difficoltà nell’intraprendere relazioni durature e appaganti perché sarà sempre vivo il timore inconscio di andare incontro a delusioni e sofferenza.

Gli evitanti hanno fame di relazioni, ma non avendo mai vissuto dal principio un rapporto di condivisione e accettazione, non sono in grado di gestire una relazione duratura. Finiscono puntualmente per attuare atteggiamenti evitanti, allontanandosi dalla partner. Atteggiamenti che, abbiamo detto, sono una scelta inconscia per difendersi da un territorio considerato ostile anche se in realtà non lo sarebbe. E questo schema si ripeterà ogni qualvolta  intraprenderanno una relazione importante poiché questo è l’unico schema a loro familiare.

www.composureonline.com composureitalia composure italy magazine on line rivista italia lifestyle moda beauty jpotter1826 jessica c potter composure news blogger mamme bambini genitori aAnche tu hai avuto a che fare con un “evitante”? Raccontacelo commentando nel “box risposta” che trovi proprio qui sotto

2 commenti

  1. Buongiorno, ho letto con interesse l’articolo. Sono sposata con un uomo con attaccamento evitante. Purtroppo le persone con attaccamento evitante ignorano di avere un problema e senza l’aiuto di un terapeuta è molto difficile riuscire a modificare alcune dinamiche che possono condurre la coppia verso la separazione. Inoltre bisognerebbe iniziare il più presto possibile una terapia di coppia, poiché con il tempo anche chi sta con un partner evitante inizia a sviluppare delle reazioni negative. Nel nostro caso la terapia ha migliorato notevolmente il rapporto, ma ha richiesto e continua a richiedere un notevole sforzo da parte di entrambi.

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  2. Ho avuto un legame con un uomo con attaccamento evitante, durato 5 mesi, che si è appena concluso, per volontà sua. Non conoscevo questa realtà ed ho imparato a confrontarmici giorno per giorno. E’ vero, sottoscrivo quello che è stato scritto, queste persone ignorano di avere un problema relazionale, e scaricano sull’altro, cioè sul fatto che ” non è la persona giusta”, la loro mancanza di coinvolgimento emotivo. Ma come mai potrebbe essere, la persona giusta! Non lasciano il minimo spazio di espressione emotiva nè a se stessi nè alla partner, pur volendo essi stessi una relazione, e contraddicendosi. E’ una sensazione frustrante e dolorosa, per me che me ne sono innamorata. E’ come vederlo attraverso una parete di plexiglass, vicino, ma al tempo stesso irrangiungibile, condannato a non essere veramente felice, perchè un legame autentico lo vorrebbe eccome, per quanto giuri e spergiuri a se stesso, e si ripeta come un mantra, di essere bastevole a se stesso, di stare bene da solo ( cosa di per sè lodevolissima, ci mancherebbe, ma affermata con una forza che mi fa sospettare che questo sia in realtà un autoconvincimento). Grosso dolore, per me, che me ne devo allontanare, ma soprattutto per lui. E per la nostra coppia, il terzo nato, che è stata lasciata così senza nutrimento 😦

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