
Ce n’è una in particolare che, a mio parere, rispecchia tutte queste caratteristiche
Nella sua galleria Instagram salta subito all’occhio la particolare bellezza di sua figlia Mia, una bellissima e simpaticissima bambina di 3 anni, sempre presente in ogni scatto insieme a mamma Eleonora e papà Loris.
Eleonora è stata così carina da soddisfare tutte le mie curiosità, e io sono felice di potervela presentare così che possiate conoscerla meglio anche voi.
per me è un piacere averla con noi, non rappresenta mai un peso o un intralcio, fa parte della nostra crew ormai!»

Così è nata “lafrettadilolino”: le richieste sono arrivate a raffica, ma pensavamo sarebbero diminuite dopo un po’, Invece, a distanza di quasi un anno, ha ancora una lista interminabile di ordini!»

«Il libro è nato per caso. Talmente per caso che non so nemmeno descriverti come sia partita tutta la cosa. Mia ha spesso la tosse e il suo moccio perenne ci ha fatto venire l’idea. Loris mi ha chiesto di scrivere alcune frasi sull’argomento e poi le ha trasformate in immagini. È stato un percorso graduale, non sapevamo nemmeno se sarebbe mai arrivato a termine, anche perché il tempo da dedicare al progetto era sempre pochissimo. La sera dopo aver messo a letto Mia cercavamo gli incastri perfetti tra testi e immagini. Abbiamo modificato il contenuto un centinaio di volte finché ci siamo detti “se aspettiamo che sia perfetto, non ne veniamo più a capo” e così lo abbiamo messo on line nella versione che più ci aveva convinto. Ora stiamo cercando il percorso più semplice per mandarlo in stampa, vorremmo trovare la via per riuscire a vendere il cartaceo senza essere obbligati ad alzare troppo il prezzo e rientrare nelle spese. Vorremmo fosse accessibile a tutti e che il rapporto qualità-prezzo fosse buono».
Dopo tanti anni di studi sei ancora convinta della scelta lavorativa fatta? Dove hai trovato la forza di continuare nonostante la nascita di una neonata? Desideri ancora fare l’avvocato o in cuor tuo sogni un’altra strada?

«Sono assolutamente convinta che non avrei potuto fare scelta peggiore dal punto di vista lavorativo. È un percorso molto lungo e inizialmente dà pochissime soddisfazioni sotto ogni punto di vista, soprattutto quello economico. Si esce dall’università convinti di andare a spaccare il mondo e ci si ritrova davanti un mestiere che non si è assolutamente in grado di fare, nonostante gli anni di studio. Si entra nel girone infernale della pratica forense che è una sorta di schiavismo legalizzato e non se ne esce nemmeno quando si ha il titolo in mano! La forza l’ho trovata nell’ansia. L’ansia di avere dei rimpianti, di svegliarmi a quarant’anni insoddisfatta e infelice, di buttare all’aria gli anni di studio. Mi sono data un’opportunità, la dovevo a me stessa. Ho racimolato tutta la mia forza di volontà e la mia tenacia e sono arrivata fino alla fine del praticantato. Ora non so cosa mi riservi il futuro, di sicuro tenterò l’esame e forse anche in base all’esito valuterò il da farsi. Certamente ho capito che quello dell’avvocato è un mestiere che si concilia malissimo con l’essere mamma, o meglio, con l’essere mamma come voglio esserlo io».
«Pensa che quello che vedete di me sul mio profilo è la versione “filtrata” della mia vera essenza. A volte scrivo, rileggo e mi rendo conto che è troppo, che potrei essere fraintesa e dare quindi adito a interpretazioni fantasiose, e allora cambio strada e rispondo con una faccina. La verità è che lo strumento aiuta poco, non permettendo di comprendere il tono con cui sono dette le cose, se ci aggiungi che spesso dall’altra parte c’è chi attende il tuo sgarro per iniziare la battaglia, in un attimo scoppia la guerra!»
«Grazie ad Instagram ho conosciuto Ilaria (mamma_ila), che oggi posso a tutti gli effetti definire un’amica reale. Per il resto ci sono un sacco di persone piacevoli, con cui mi sento periodicamente, che seguo volentieri e con le quali mi piace condividere e scambiare opinioni».
Cosa pensi sul mostrare o meno immagini di un bimbo sui social?

«Direi che la risposta è abbastanza scontata nel mio caso. Non ci vedo assolutamente nulla di male. Mostro mia figlia quotidianamente al parco, al supermercato, al ristorante, la sua immagine viene “visualizzata” più spesso dal vivo che sui social. Non ho intenzione di lasciare che la paura che ci possa essere brutta gente al mondo influenzi le nostre esistenze. Cerco comunque di avere degli accorgimenti per evitare, appunto, che il reale si mischi eccessivamente con il virtuale. Non indico mai i nostri cognomi, cerco di fare in modo che non emerga il luogo dove viviamo e quello dove va all’asilo. Non so a quanto possa servire ma mi fa sentire più sicura!»
«Innanzitutto la mancanza di tempo, i post erano frutto delle mie pause pranzo e, per questo, spesso approssimativi e non in grado di racchiudere a pieno il mio pensiero sull’argomento trattato. A volte li scrivevo di fretta, tra un boccone e l’altro. Io sono un po’ pignola, mi piace fare le cose per bene, se non ci riesco preferisco non farle nemmeno. Ma c’è anche un altro fattore. Mi sono accorta di non sentirmi più libera di scrivere ciò che pensavo, senza filtri e senza censura. Il web è un campo minato in cui doversi inserire senza far scoppiare troppe bombe, basta una frase fuori posto perché qualcuno ti appioppi idee che non ti appartengono e questo mi spaventa un po’, soprattutto perché so che ci sono molte ragazze giovani che mi seguono. Ogni volta che scrivevo un post trattando temi delicati (e mi riferisco a quelli relativi all’aborto, alla maternità, ecc…) mi ritrovavo a riflettere su ogni singola parola, alla fine veniva fuori un testo che non mi apparteneva del tutto. Non mi rimaneva che continuare a parlare del più o del meno, cosa che comunque non mi dispiaceva, ma che non mi soddisfava a pieno. Questo ragionamento, unito alla reale mancanza di tempo, mi ha spinto ad optare per un periodo di pausa. Ma tornerò, spero, trovando il modo di conciliare il senso di responsabilità con la libertà di pensiero».
