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How to: Partorire in UK | Capitolo I

Online si trovano oltre mille articoli che parlano di quanto sia terribile partorire a Londra e, complessivamente, nel Regno Unito. Vorrei, invece, spezzare una lancia a favore di tutte le “midwife” e i dottori che ho incontrato nel corso della mia gravidanza.

Sono sicura che molte donne hanno avuto una brutta esperienza, ma fortunatamente ho vissuto questo magico momento della mia vita nel migliore dei modi

Prima di raccontarvi la mia storia trovo che sia meglio aprire una piccola parentesi riguardante il sistema sanitario di base inglese, che ha lasciato insoddisfatte molte persone inclusa, inizialmente, me. In questo caso sto parlando del cosiddetto “medico di famiglia” e non del sistema ospedaliero che, a mio parere, funziona molto meglio di quello italiano!

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Quando ti trasferisci in Inghilterra ti viene richiesta l’iscrizione ad un GP all’interno della tua circoscrizione. GP è l’acronimo di General Practitioner che, più che un dottore, sembra un guru della medicina!
Io stessa mi sono sempre chiesta come questa figura possa essere esperta in qualsiasi campo medico e, soprattutto, alla fine di ogni visita dirti che va sempre tutto bene… Vai lì per un mal di testa? Un dolore al petto? Disfunzione della tiroide? Un problema ginecologico? Pediatrico? LORO SANNO TUTTO. Impossibile dai!

Solo dopo 5 anni che vivo a Londra ho capito che i GP hanno, in realtà, una conoscenza ampia di medicina generale e ognuno di loro è specializzato in un campo specifico. Se credessero che tu abbia bisogno di una visita specialistica, ti scriverebbero un’impegnativa. Cosa molto difficile da ottenere a meno che non trovi un GP bravo. Prima di trovare il mio dottore attuale, del quale sono molto soddisfatta, ho dovuto cambiare 3 GP practice.

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Quando ho scoperto di essere incinta, ero preoccupata di non essere seguita nel migliore dei modi. Era la mia prima gravidanza e avevo mille pensieri, dubbi, preoccupazioni e un GP che non mi calcolava. Difatti ho subito avuto uno scontro frontale con la mia vecchia dottoressa, nonostante fosse donna, aveva l’empatia di un bradipo in letargo (sempre che i bradipi vadano in letargo!).
Prendo appuntamento, la incontro e le dico che sono incinta, mi guarda e con aria stizzita afferma: “ok, fai gli esami del sangue e ti fisserò un’altra visita quando avrò i tuoi risultati”.
Ok.
Dopo un paio di giorni torno e, con una faccia apatica, mi fa i complimenti (…espressione forse giustificata dal fatto che in totale mi aveva vista più o meno tre volte). Mi consiglia di prendere l’acido folico ogni giorno e STOP.
Sono uscita dall’ambulatorio sconvolta, non capendo nulla e chiedendomi se quello fosse “il tutto”. Ecco, quindi, che mi rendo conto di quanto serva realmente trovare un bravo medico dal quale farti seguire.Dopo un paio di settimane, in cui mi sono logorata pensando a lei e alla sua faccia da bradipo, mi sono calmata e ho preso informazioni “fai da te”.
Ho subito capito che in Inghilterra l’approccio alla gravidanza è diverso rispetto all’Italia, non ti considerano realmente incinta fino al raggiungimento del terzo mese, quando il rischio di aborto diminuisce. Ho cercato di rassicurarmi che tutto sarebbe andato per il meglio, ma rimanevo insoddisfatta. Mi sarebbe bastato che qualcuno mi spiegasse in maniera dettagliata quali erano le procedure da seguire.
Non avevo ancora amiche con figli qui, a Londra, e non potevo chiedere consiglio a nessuno.
Nel frattempo la “dottoressa bradipo” mi aveva fatto una “referral”, ossia aveva mandato i miei esami e i miei documenti all’ospedale di riferimento della mia zona, senza dirmi nulla e creando in me il senso di abbandono e solitudine. Bastava una sua parola per mettere pace alla mia anima in pena. Invece, nulla.

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I primi mesi passano, le nausee pure. Arriva Natale. Torno in Italia e decido di fare una visita con la mia ginecologa storica per controllare l’andamento della gravidanza. Tutto risulta nella norma e una sua frase, tutto ad un tratto, mi riempie di tranquillità. La ginecologa, vedendomi agitata, mi prende la mano e dice: «Elisabetta, ricordati che quello che noi sappiamo riguardo ecografie ed esami specifici in gravidanza, lo abbiamo imparato dagli inglesi, hanno un metodo di approccio alla donna gravida un po’ particolare, che posso condividere o no, ma sicuramente sei in buone mani!».
Ho fatto degli esami del sangue come da lei consigliato che, dato la mia residenza in Inghilterra, ho pagato una fortuna. GRAZIE MADRE PATRIA!
Pochi giorni dopo, ancora in Italia, ho ricevuto una telefonata da una midwife del Royal London Hospital di Londra.
Era italiana, proprio come le altre migliaia di ragazze laureate in ostetricia che scappano dall’Italia per venire a trovare un posto di lavoro negli ospedali inglesi.
Lei, Federica, molto gentilmente mi ha fissato un appuntamento in ospedale per la mia prima vera e propria visita ed ecografia!
Presa dall’ansia dei primi mesi mi sono subito appiccicata a lei, (come fa la cozza con lo scoglio), e le ho fatto mille domande alle quali lei ha risposto in modo gentile, spiegandomi qual era l’approccio inglese alla gravidanza e rassicurandomi della bravura delle sue colleghe.

Ecco che torno a Londra con un plico di carte in più e meno pensieri, ma con meno soldi nel portafoglio.

Giunta l’ora della mia prima visita, l’eccitazione di vedere quel piccolo fagiolino si faceva sempre più grande e anche la curiosità di capire come mi sarei sentita trattata in ospedale.
Esito: positivo.

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La midwife che mi ha visitata la prima volta è Zhara, una donna iraniana, molto preparata che, nonostante mi fosse inizialmente sembrata un po’ burbera, si è rivelata molto apprensiva e dolce. Mi ha dato tutte le informazioni del caso, spiegandomi passo dopo passo quale sarebbe stato il percorso da seguire.
Anche lei, ascoltando le mie esperienze passate con i vari GP si è messa le mani tra i capelli, sottolineando la differenza tra medici di base e medici ospedalieri.
Da quel giorno in poi tutto è andato per il meglio. Qualsiasi dubbio avessi, avrei potuto rintracciare Zhara o un’altra midwife in ospedale, oppure andare dal mio “nuovo” GP. Nel frattempo avevo anche richiesto la tessera di esenzione dell’NHS (il servizio sanitario inglese) che, dal momento in cui rimani incinta fino al compimento del primo anno di età di tuo figlio, ti permette di avere tutti i medicinali e i servizi dentistici gratuiti, sia per te che per il piccolo. Le varie visite sono sempre gratuite per tutti.
In ospedale mi fornivano già l’acido folico e le vitamine gratuitamente, così come le pastiglie di ferro per compensare la mia anemia.
Qui in UK, a differenza dell’Italia, alla donna gravida vengono effettuate solo 2 ecografie, solo se durante la gravidanza non vengono riscontrate problematiche particolari. La prima avviene alla 12esima settimana e l’altra alla 20esima, quando si scopre anche il sesso del bambino. Nel terzo trimestre non vengono fatte ecografie a meno che non vi sia la necessità. Io, ad esempio, ne ho avute 3 extra per controllare il piccolo.
Una volta fatta la prima visita la midwife ti consegna il tuo “libro gravidanza”, di colore diverso in base all’ospedale, all’interno del quale sono presenti tutte le tue informazioni, quelle del padre del bambino, tutti gli esami, le ecografie effettuate, le informazioni riguardanti gli appuntamenti successivi e i numeri da chiamare per domande generali o casi di emergenza. Questo librone diventerà il tuo migliore amico per 9 mesi, lo devi portare ovunque!
Nonostante avessi cambiato casa e quartiere, ho avuto la possibilità di decidere da che ospedale essere seguita.
Purtroppo molte madri, qui in UK, non sanno è che è un tuo diritto farlo. Quindi, se non vi trovate a vostro agio sotto la cura di un determinato dottore, midwife o semplicemente non vi piace la struttura, provate a cambiare!

image1.JPGGli appuntamenti successivi sono filati lisci e ho richiesto di avere Zhara come midwife fissa, in modo da non dovermi ritrovare a parlare ogni volta con una persona diversa.
Il GP in questi nove mesi è stato alquanto inutile, come d’altronde credo sia anche il medico di base in Italia nella stessa situazione. Per ogni problema relativo alla gravidanza dovevo fare riferimento ai recapiti a me lasciati dallo staff ospedaliero e per ogni altra problematica di salute dovevo, invece, telefonare al mio medico di base.
Alla 28° settimana si potevano iniziare i corsi preparto serali, ma io ho deciso di fare un corso intensivo che durava un intera giornata nel weekend, perché lavorando tutto il giorno lontano da casa lo trovavo troppo stancante.
Una midwife specializzata ci ha descritto tutto quello che sarebbe successo dal momento della prima contrazione alla nascita. Le informazioni e i plichi illustrativi sono stati tantissimi, ma almeno mi hanno tolto molti dubbi ai quali forse non avevo mai pensato realmente!
Nel corso degli ultimi mesi di gravidanza ho partecipato a molti seminari e corsi brevi inerenti a varie problematiche che potevano verificarsi durante il parto, vari metodi utilizzati, analgesici disponibili, supporto per l’allattamento… e così via. Se si vuole essere preparati, diciamo che ti vengono forniti tutti i mezzi per farlo. Sta a te decidere se sfruttarli o meno.
Arrivati alla 30° settimana ho avuto una delle visite decisive con Zhara, la stesura del mio “Birth Plan”, ossia un documento nel quale viene scritto in che modo vorresti avvenisse il tuo parto. Non é obbligatorio farlo, ma è sicuramente molto d’aiuto alla tua midwife nel momento del travaglio. Le informazioni inserite riguardano il tipo di anelgesico da te scelto, dove vorresti partorire (in casa, in ospedale, nel birth centre – seguimi nel secondo capitolo e capirai), chi vorresti avere accanto a te in quel momento, cosa ne pensi del parto aiutato tramite ventose e pinze e altre informazioni specifiche.

Ovviamente, come già detto, questo è un tuo desiderio, poi bisogna vedere cosa accadrà nel momento fatidico!

Anche in questo caso ho ottenuto tutte le informazioni di cui avevo bisogno e ho proseguito la mia gravidanza tranquillamente fino al momento del parto quando, ancora una volta, sono stata seguita in maniera egregia da tutto lo staff del centro.
Capisco che per alcune mamme questo momento, invece di essere stato il più bello della loro vita, si è trasformato in un totale inferno. Io sono stata molto fortunata a trovare le persone giuste durante il mio cammino. Spero che in futuro tutto ciò accadrà anche a tutte le altre mamme, perché avere qualcuno che si prende cura di te in un momento come questo è qualcosa di inspiegabile.

Leggi anche
Come Partorire in UK Capitolo II

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3 commenti

  1. Io sinceramente mi sono trovata benissimo in entrambe le gravidanze. Per La prima gravidanza addirittura vedendo che ero italiana mi è stata affidata la
    Midwife italiana! E sinceramente è stato confortante considerata l’età, assenza della propria mamma (che conta) e prima gravidanza tutto nuovo e paura lei è stata il mio faro!a potevo contattare per tutto a qualsiasi ora che lei rispondeva! Le analisi del sangue ogni mese per via delle piastrine basse, fino a un parto complicato ma molto assistito, con le gemelle ancora di più, più ecografie più analisi, più accortezze tanto da trovare una malformazione al cuore di una bimba così che ogni mese avevo
    L’eco normale e in un altro ospedale specializzato l’eco del cuore della bimba. Quando mi fecero il cesareo andò tutto bene e lei nonostante tutto starà bene, ma non sapendo se avrebbe respirato c’era l’unità con l’elicottero in caso di trasferimento in urgenza all’altro ospedale! Anche le midwife che ho avuto per loro e l’appuntamento ogni 3 mesi per gli sviluppi, anzi con le
    Bimbe la midwife è la mia vicina di casa e mi ci trovo benissimo, nonostante loro non abbiano più visite lei passa le vede e ci tiene!
    Anche quando il
    Mio bimbo più grande
    Ebbe la malattia ringrazio ogni giorno che abbia avuto uno staff dietro non indifferente! Sono certa che se non fosse stato per loro per il mio bimbo potrebbe aver avuto delle complicazioni dopo la
    Malattia, in più la dottoressa che lo curò fu la stessa assegnata all’unita intensiva alla gemellina che ha il problema al cuore quando è nata per via di questa malformazione, e la sorpresa nel esserci riviste e lei che si ricordava benissimo di noi, tanto che ha voluto vedere anche lui! Le parole che mi disse date tutte le
    Preoccupazioni che avevamo avuto nell’ultimo anno furono un sollievo! Penso che in campo medico io non potrei trovarmi meglio di così!

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  2. Ciao Beatrice!!
    Grazie mille per averci raccontato la tua esperienza! Sono realmente felice di non essere l’unica ad avere avuto una bella esperienza e spero che tante altre donne siano fortunate come noi! Seguici per le nostre prossime avventure e grazie ancora!! 😀

    Eli

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