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Intervista a Giulia di “Le Petit Rabbit”

Da quando ho scoperto il suo profilo Instagram non posso più fare a meno di andare a curiosare tra i suoi lavori, le sue coloratissime illustrazioni e i suoi attimi di vita familiare. Lei è Giulia di “Le Petit Rabbit“, una ragazza semplice, sincera e amatissima dai suoi follower.

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Ha una vera e propria passione per la Grafica e la trasmette a chi ogni giorno affolla i suoi post di commenti, domande e complimenti, ai quali risponde sempre con gentilezza e disponibilità.

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Le Petit Rabbit è il suo mondo e vi invito a curiosare tra i suoi post e le sue creazione, per apprezzare il suo personalissimo modo di vivere l’ hand made.

Giulia si definisce una “Graphic designer per progetti con il cuore”, e sono certa che dopo aver letto le sue risposte anche voi capirete il perché.

Le Petit Rabbit-chi-sono

Parlami di “le petit rabbit”. Come nasce questa idea?
«Le Petit Rabbit nasce dalla voglia di raccontare storie e emozioni tramite disegni. Non sono mai stata bravissima con la parte logica del mio cervello, anzi ho faticato parecchio, da sempre traduco in un’immagine le cose, gli avvenimenti e le esperienze. Difficilmente ricordo delle parole, facilmente un’immagine, un colore, una fantasia. Così ho pensato che questa fosse la mia strada, ho lavorato in agenzie di comunicazione, ma volevo qualcosa che mi facesse sentire felice al 100% così ho scelto di lasciare un contratto a tempo indeterminato per gettare le basi di questo lavoro e diventare mamma».

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Nel mese di Marzo hai partecipato al “mondo creativo”. E’ un’esperienza che consiglieresti?
«Assolutamente sì, è un evento che sta crescendo molto, attirando l’attenzione di un pubblico sempre più creativo. Sicuramente è un bellissimo momento d’incontro tra creative, blogger, aziende, consumatori. L’atmosfera che si respira è davvero magica e unica. Inoltre è un modo per mettersi alla prova e uscire alla scoperto, ti presenti dal vivo a molte persone e non c’è cosa più bella che sentirsi dire “Sei esattamente come ti racconti”. La fiera è un’esperienza bellissima e tosta, torni a casa carica di entusiasmo, voglia di fare e idee, ma hai bisogno di 48 ore per riprenderti da tutto. Se dovessi rappresentarla direi che è un grande frullatore pieno di colori, voci, strette di mano, parole, progetti, idee, ispirazioni e il risultato è senza dubbio un buonissimo e allegro frullato».

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Dal tuo profilo Instagram si capisce molto della Giulia illustratrice, ma chi è Giulia nella vita di tutti i giorni?
«Trovi? Racconto molto di me anche nelle didascalie delle mie foto, a volte mi chiedo anche se ai lettori interessi leggere cose così personali e particolareggiate. Non sono molto diversa da quello che di me mostro, la mia vita è fatta di cose semplici ma fondamentali: amo il mio lavoro e la mia famiglia, la natura, i libri belli e il silenzio. Ho imparato a circondarmi di poche persone che hanno per me un valore, ho capito che il tempo è prezioso e va sfruttato nel migliore dei modi. Mi piace ricercare in qualsiasi cosa quel dettaglio semplice che la fa essere speciale e unica. Forse non mostro moltissimo della mia vita privata, mio marito non ama farsi fotografare e quando siamo tutti insieme provo a staccare la spina. Sicuramente adesso le stories di Instagram mi permettono di raccontarmi di più e in modo più naturale e immediato».

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Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?
«Di iniziare. Molte volte mi imbatto in persone che mi chiedono cose fare per iniziare e poi viene fuori che non hanno il coraggio di farlo! Io dico di iniziare, di lavorare bene, di metterci impegno e passione, di farsi conoscere in modo onesto e pulito, di trovare la propria strada e il proprio tono di voce senza ricopiare qualcosa che esiste già. Essere una piccola imprenditrice è difficile, bisogna far tutto da se, soprattutto bisogna tenere il ritmo e non c’è molto spazio per le lamentele, ad esempio, quando vado a lamentarmi da Le Petit Rabbit ricevo sempre picche!!
Consiglio sicuramente di pensarci bene, di non guardare solo il lato positivo della cosa, bisogna avere davvero molta passione e credere nel proprio lavoro per sostenere i ritmi di una piccola crafter imprenditrice».

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Il settore dell’hand made è molto competitivo, sopratutto sui social. Quale credi sia il punto forte di “le petit rabit” rispetto ad altri crafter?
«Forse proprio il guardare poco la concorrenza. Non sopporto tutte le polemiche sterili di cui vengo a conoscenza. Io credo che se si fa bene il proprio lavoro si raccoglieranno i frutti e forse i cesti non basteranno per raccoglierli tutti. Mi piace andare avanti senza seguire per forza una tendenza. Anzi, se vedo che qualcosa è troppo sfruttato e visto, preferisco proporre delle novità».

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Com’è organizzata la giornata di una persona che ha la fortuna, come te, di lavorare da casa.
«Non sono certa che sia una fortuna, come tutte le cose ha i suoi pro e i suoi contro, ad esempio lavorare in casa e per se stessi non ti fa mai staccare la spina. Sicuramente è una scelta che ho deciso di fare qualche anno fa. La mia giornata è un incastro a tetris, non saprei descrivertela meglio. Inizia con i miei bimbi perché mio marito è già al lavoro quando ci svegliamo. Ecco inizia con i bimbi che non vogliono alzarsi, che fanno storie per ciò che devono mangiare a colazione, storie per vestirsi. Mano a mano però si svegliano e si attivano e quando li accompagno alla porta di casa hanno un mega sorriso stampato sul volto. Vedere i bimbi sereni è una cosa importantissima per me. Poi cerco di sistemare la casa nel miglior modo possibile, mi preparo e inizio a lavorare. Inizio sempre con i lavori più complicati perché ho la mente fresca e riposata. Accendo la musica, senza sento proprio un vuoto. Verso pranzo rispondo alle mail per poi finire con cose più meccaniche come ad esempio preparare file ed organizzare il lavoro per il giorno dopo. Nel frattempo la scrivania è diventato un casino e cerco di sistemare tutto e di ritrovare un posto per tutto! Ovviamente nel frattempo ho messo su qualche lavatrice, pranzato al volo, ma ammetto di restare molto incollata alla mia sedia con gli occhi puntati sullo schermo! Verso le 17 rientro in modalità mamma, cerco di stare con i bimbi, di uscire con loro, di dargli attenzioni, ma come detto sopra a volte questo non è facile e la mia testa macina idee per il lavoro».

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Che tipo di mamma sei con Ginevra ed Ettore?
«Vorrei che potessero raccontarlo loro, sono decisamente una mamma serena. Se dovessi scegliere una parola direi una mamma permissiva. Credo molto nell’indipendenza dei bimbi e li lascio molto fare. Si arrampicano, girano per casa con i monopattini, cadono, sperimentano, si sporcano, corrono, provano, piangono, ridono, se la vedono da soli per le piccole cose. Sono bimbi allegri, espansivi e credo questo dipenda dal non avergli mai fatto sentire la paura di qualcosa. Ovviamente gli abbiamo insegnato dei limiti, ma sono bimbi attivi e davvero autonomi e sono fiera di ciò».

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Quale delle meravigliose cose che crei è quella a cui sei più affezionata?
«Prima di tutto grazie, sentire che parli di loro come qualcosa di meraviglioso mi rende davvero felice! Se guardo ai prodotti sicuramente l’agenda annuale. Disegnare un’agenda è un progetto ambizioso in termini di tempo e costi quindi ci metto tutta me stessa. Dedico all’agenda molto tempo, creando disegni e grafiche esclusive che rappresentino e raccontino mese per mese. Quest’anno ho desiderato che le mie lettrici si sentissero coinvolte e partecipi così la nuova agenda 2018 avrà delle grafiche ispirate alle storie che mi hanno raccontato. Trovo bellissimo condividere un progetto con chi ogni giorno sceglie di seguirmi e leggermi»!

Svelaci “Un segreto di Giulia”
«Il mio segreto? Quello di avere molti sogni e di vedere il bicchiere sempre sempre sempre mezzo pieno!»

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